Inverni di libertà autentica

C’è stato un tempo in cui l’inverno non voleva dire restare chiusi in casa.

Era il tempo dei nasi rossi, delle mani gelate, delle corse nel bianco.

Il freddo pungeva, ma non ci fermava. Passavamo ore là fuori, a costruire pupazzi

storti, stortissimi, che però ci facevano sentire invincibili. Si rientrava solo

quando una voce familiare gridava dalla finestra: “Entra, che fa freddo!”

E anche allora ci sembrava sempre troppo presto. I cappotti erano enormi,

i berretti scendevano sugli occhi, un guanto si perdeva sempre. Sempre.

Ma non importava. Perché eravamo liberi. Liberi davvero. Giocavamo con chiunque incontrassimo.