La generazione senza istruzioni

Siamo quella generazione nata senza istruzioni per l’uso. Quella che ha imparato a cadere prima ancora

di sapere come rialzarsi. Tornavamo a casa con le mani sporche, le guance arrossate dal vento

e una stanchezza felice che diceva una sola cosa: abbiamo vissuto davvero.

Nessuno chiedeva dove fossimo stati, bastava rientrare prima che si accendessero i lampioni.

I pomeriggi non avevano orari. Un semplice “ci vediamo fuori” era sufficiente perché

il mondo prendesse forma. I marciapiedi diventavano campi da gioco. Le scale,

rifugi segreti. Ogni angolo di strada nascondeva un’avventura pronta per noi. Inventavamo mondi

con niente. Un vecchio lenzuolo era una fortezza. Un gessetto, una mappa immaginaria.